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Carissimi lettori,
Mi sembra ieri che vi annunciavo l’idea di
questa nuova rubrica,...e guardo il mondo da un oblò! ovvero le città
straniere raccontateci dalle italiane che vi vivono, ed ecco che siamo giunti
già al suo terzo appuntamento.
In questa intervista, dall’affascinante New Orleans di Alessia, voleremo
in un altro continente, nella vecchia Europa ed esattamente a Odense, in
Danimarca.
Come sempre vi ricordo che se, tra voi
lettrici, vi fosse qualche italiana residente, anche temporaneamente, all’estero
e abbia voglia di essere intervistata, oppure, conosca delle italiane felici
di partecipare al progetto, lasci un messaggio nei commenti al post o, sulla
pagina Facebook di What’s Happening, Cate?, oppure scriva una mail a caterina _ amato @ ymail . com e verrà contattata al più presto.
Vi ricordo, ancora, affinchè tutti voi
possiate sentirvi un po’ più partecipi in questa mia iniziativa, e non
solo lettori. ;) l’hashtag #EGuardoIlMondoDaUnOblòOdense, che
potrete usare, se vorrete, sui diversi social in cui è presente, anche, What’s
Happening, Cate?: innanzitutto, in Instagram
(caterinaagatamaria) ma, anche, su Facebook, (What's Happening, Cate?), Twitter, (WHCate)
e infine, su Pinterest,
(What's Happening, Cate?), per postare ulteriori foto, curiosità,
scorci pittoreschi di cui solo voi siete a conoscenza oppure, per condividere,
con noi, lo shopping del cuore, le vostre scoperte gastronomiche e molto altro
ancora, rispetto quanto già raccontato nell’intervista da Francesca.
Come
sempre, nessun limite alla fantasia.
xoxo
Caterina Agata Maria
Nome: Francesca
Cognome: Baggio
Attività lavorativa: Studentessa,
project manager e traduttrice
Età: 25
Città italiana di provenienza: Onara di Tombolo, in provincia di Padova.
Città straniera di espatrio: Odense
Paese: Danimarca
Sono nata e ho vissuto tutta la
prima parte della mia vita in un piccolo paesino della provincia di
Padova, Onara di Tombolo ma il mio sogno è sempre stato, sin da
piccola, quello di viaggiare.
Nell’ultimo
anno delle superiori, ragioneria linguistica, ho iniziato, finalmente, a
conoscere un po’ d’Europa: prima Berlino
e Vienna poi Londra e Parigi.
Infine, come viaggio di maturità, mi sono regalata una bellissima esperienza a New York, anche se ho dovuto vendere il
mio amatissimo motorino per potermi pagare le spese di viaggio.
Successivamente,
durante i miei anni universitari, ho, sia
frequentato l’Università degli Studi
a Padova, Mediazione Linguistica e Culturale, che lavorato, prevalentemente come
barista, per guadagnare qualche soldo e permettermi ancora di poter conoscere il mondo: nuovamente New York
e poi capitali mondiali o importanti città europee.
Una volta laureata son riuscita, subito dopo, a vincere uno stage post-laurea in un’azienda di
trasporti padovana. Lì, mi capitava di dover parlare al telefono, praticamente
tutti i giorni, con un un corrispondente
danese, il quale, avendo lavorato in Italia per cinque anni, comprendeva
perfettamente la nostra lingua; fortunata me. Così, dopo un primo contatto su Facebook e interminabili chat serali su Skype ci siamo incontrati nel Maggio del 2014, iniziando una bellissima storia d’amore.
A Luglio di quello stesso anno, però, purtroppo, il mio stage non è stato rinnovato e mi
son ritrovata, ben presto, a non fare
più un solo lavoro ma ben cinque per poter sopravvivere, tutti
caratterizzati dalla precarietà, ovviamente: ancora barista, sia in un locale che
in un hotel del centro di Padova,
ripetizioni a ragazzini svogliati e infine, come se tutto ciò non bastasse, a
fare l’hostess a fiere e la promoter per un’azienda della città.
Intanto, la mia storia con il “bel danese”
continuava a gonfie vele, i viaggi per poter stare un po’ insieme aumentavano
sempre più ma allo stesso tempo aumentavano,
pure, le domande e i dubbi sulla mia vita italiana: <<ma posso continuare a vivere in questo modo?>>
Alcune settimane capitava di dover lavorare
solo venti ore, altre, invece,
potevo arrivare anche a settanta, se
non oltre; ma la cosa più deprimente di tutte era che, però, alla mia età,
mi toccava, ancora, vivere nella casa dei miei genitori.
Così,
un bel giorno ho preso la decisione di
trasferirmi, definitivamente, in Danimarca e di concludere lì il mio
percorso universitario con un master alla University
of Southern Denmark, in Global
Marketing Management.
Ed eccomi qui, ora, a Odense, in Danimarca!
L’Università
è supercool, con il mio “bel danese” fila tutto liscio e ho
trovato pure un lavoro come Project Manager
in un’azienda che produce mobili in legno, in perfetto stile danese!
Qual è l’origine del nome Odense?
Il nome Odense deriva da Odins Vé e significa "santuario di Odino”, la principale divinità delle mitologie germaniche.
Nel 1988 la città, dedicata al dio Odino,
ha festeggiato il suo compleanno, mille
anni, e per l’occasione è stato piantato,
non lontano da Odense, un grande bosco, la “Foresta
dei Mille Anni”, Tusindårsskoven in danese.
Il piatto italiano più
scopiazzato dai locali ma allo stesso tempo quello che gli riesce peggio?
Pizza med hakket oksekød, che
tradotto letteralmente sarebbe pizza con
carne macinata. Una base di pasta di pizza, da cuocere in forno, sulla quale
mettono, però, il nostro “ragù di carne” che in danese si dice oksekød.
Qual è lo stereotipo del tuo
nuovo paese più conosciuto all’estero? È veritiero?
Lo stereotipo
più diffuso all’estero è che i danesi siano
freddi. Però, sino ad ora, non ho riscontrato, poi, tutta questa freddezza,
come sostengono coloro che non li conoscono bene. Certamente saranno più riservati di noi italiani ma è sufficiente
che ti frequentino solo un po’ per vincere la timidezza iniziale, aprirsi con
te e dimostrarsi, così, subito molto disponibili
e interessati alla tua vita.
<<Ehi,
ma tu sei italiana? Che bello, Veneziaaaa!>>
Qual è la festa che riunisce
tutta la famiglia e in cosa consiste?
Le festività natalizie. Da quando
vivo in Danimarca il Natale lo festeggio
con la famiglia del mio “bel danese”.
La
tradizione vuole che le famiglie si
riuniscano per la cena della Vigilia, chiamata Julemiddag, per il Julefrokost cioè
il Pranzo di Natale e, infine, per Santo Stefano, il 26 Dicembre.
Non solo in Italia ma anche, qui, a Odense, durante la cena della Vigilia, si mangia molto: di
solito maiale arrosto, petto d’oca ripieno di prugne, e per contorno patate,
tante patate, bollite oppure caramellate cioè, saltate in
padella con burro e zucchero, chiamate brunede kartofler, ancora, cavolo
rosso, il tutto insaporito da tanta
brun sovs, una salsa marroncina poichè ottenuta dalla
restrizione di brodo di carne.
Per
dolce si prepara il risalamande, un pudding
di riso farcito con amarene sciroppate e mandorle a scaglie.
Secondo l’uso comune, una mandorla intera deve essere nascosta in una delle ciotole e colui che la trova avrà un regalo in più,
a fine serata.
La parte divertente sta, trovando la mandorla nella propria
ciotola, nel cercare di nasconderla agli altri così da continuare a vederli mangiare
con attenzione il risalamande per
evitare di inghiottirla e perdere l’opportunità del regalo.
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Si beve vino,
rigorosamente italiano e poi, tutti
insieme, si canta, mano nella mano, delle canzoni natalizie danesi, attorno
all’albero di Natale. Vi assicuro che è molto, molto suggestivo.
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Solo dopo
questo rito giunge, finalmente, il momento tanto atteso dello scarto dei
regali.
Il giorno
dopo, per il pranzo di Santo Stefano, le pietanze sono abbastanza simili a quel
25 ma si beve molto di più; ad esser precisi si beve, soprattutto, Snaps,
l’acquavite di Natale, la più
popolare bevanda alcolica danese.
Io, personalmente, la trovo terribile, anche
solo ad annusarla ma solo l’unica nella mia nuova famiglia a pensarla così.
Esiste, comunque, un vero e proprio rituale nel berla: dopo aver riempito il
bicchiere con la Snaps, che deve
essere gelida, i danesi la mandano giù tutta d’un fiato dicendosi l’un con
l’altro Skål, benvenuto.
Piccola nota dell’autore:
Esattamente al centro del canale
di Kennedy, alla frontiera marittima tra il Canada e la Danimarca, vi è un isolotto disabitato e totalmente
spoglio di vegetazione chiamato l’Isola di Hans.
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Ambedue i paesi ne
rivendicano la sovranità, in una disputa
che non riesce a trovare soluzione, a causa degli interessi petroliferi nella
zona e che si porta avanti dagli anni ‘70.
Senonchè, nel 1984 il
ministro danese per gli affari della Groenlandia si recò sull’isola, piantò una bandiera danese e poi pose alla base
di questa una bottiglia di Snaps
accanto ad una scritta: Benvenuti sull’isola danese di Hans.
Ovviamente, il Canada non mancò molto
che copiò il gesto danese, facendo la stessa cosa.
<<Così, da allora, quando i militari danesi vanno sull’isola di Hans>> ha dichiarato il
diplomatico danese Peter Taksøe-Jensen, a una delle conferenza sui negoziati
per questa disputa che, ormai, viene definita la Guerra del Whiskey, <<lasciano una bottiglia di Snaps accanto alla scritta: Benvenuti in Danimarca; e quando,
invece, vanno sull’isola i militari canadesi levano la bandiera danese e lasciano,
a loro volta, una bottiglia di Canadian
Club Whiskey accanto alla scritta: Benvenuti
in Canada.>>
Di quante ore è composta una
giornata lavorativa e a che ora si inizia a lavorare? Sono orari flessibili?
Si lavora, in media, 37 ore settimanali.
Solitamente,
a Odense, ma, in generale, in tutta la Danimarca, la giornata lavorativa inizia alle 8.00 del mattino e si finisce alle
16.00, con mezz’ora di pausa per il pranzo. Anche se, bisogna dire, ogni
lavoro è una situazione a sè. Ad esempio, il mio fidanzato lavora nel settore dei trasporti e, purtroppo per lui, avendo
sempre a che fare con italiani che gli creano spesso imprevisti indesiderati, la
sua giornata lavorativa non termina mai prima delle 17, a volte tira anche sino
alle 18.
A che ora, generalmente, la
gente della tua città cena?
Terminando
la giornata lavorativa alle 16.00, alle 17.30,
massimo alle 18.00 si cena. È il pasto che vede raccolta tutta la
famiglia.
Questo consiste,
generalmente, in un piatto principale, spesso a base di carne o pesce, con
contorno di patate, verdure e l’immancabile salsa marrone, la brun sovs.
Piccola
curiosità: il pasto serale viene chiamato, middag, cioè mezzogiorno. Credo che ciò sia dovuta al
fatto che ora la preparazione del piatto caldo si sia spostato, da diversi
anni, ormai, dal pranzo alla cena.
Qual è il tuo abbigliamento tipico per una passeggiata pomeridiana nel mese di Gennaio?
Di solito,
per andare a zonzo per la città indosso
pantaloni in lana o pantacollant felpati, stivali waterproof, questi ultimi necessariamente tutte le volte che
esco di casa poichè, a Odense, se non piove nevica. Poi, uno sciarpone
di lana contro il vento e un giubbottone bello imbottito. Talvolta, anche una fascia di lana sulla testa, affinchè
le mie orecchie siano sempre al caldo.
Ma attenzione! Se vado
in bici, e vi vado spesso, tutto questo infagottamento
mi farà sudare!
Questo è, purtroppo, un dilemma che ancora non ho risolto!
Sto provando il metodo della cipolla
che consiste nel vestirmi a più strati leggeri e poi toglierne uno o più
all’occorrenza, ad esempio, mentre pedalo per andare all’università, ma arrivo,
comunque, terribilmente sudata.
Su questo aspetto della mia nuova vita sono
ancora...working in progress.
<<Non è che avreste dei suggerimenti da darmi?>>
Hai avuto modo di far fruttare
i tuoi studi italiani?
Sì, sono
stata molto fortunata in questo. In Italia, all’Università di Padova ho studiato “Mediazione Linguistica e
Culturale” che, non solo mi ha aiutato
ad superare le selezioni di accesso al Master che sto attualmente frequentando,
ma anche, aiutato molto a trovare un
buon lavoro come traduttrice, presso un’azienda locale.
C’è qualcosa che hai fatto o
che hai imparato nella tua nuova vita all’estero e che non avresti mai
immaginato di saper o poter fare?
Ho, certamente, imparato a considerare la bici il mio
unico mezzo di locomozione, e questo, indipendentemente
dalle previsioni meteorologiche.
La uso praticamente tutti i giorni,
fregandomene altamente se fuori tira neve, pioggia, vento o, peggio del peggio,
se è prevista grandine.
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A Odense, imparerai presto, che la bici diverrà
la tua migliore amica.
C’è un’attività imprenditoriale
che secondo te manca in città?
Da buona veneta direi che manca
un locale che sappia preparare un autentico
aperitivo italiano. Siete tutti invitati ad aprirne uno,
avreste tantissimi clienti, me per prima, a patto che sappiate fare un buon Bellini o, ancor meglio, un ottimo Spritz!
Se non facesse male o
ingrassare in modo esagerato, qual è il cibo o la bevanda del luogo che
potresti mangiare tutti i giorni senza che ti venga mai a noia?
Frikadelle! Ricordano
molto le nostre polpette di carne.
Sono, infatti, preparate con carne macinata di maiale oppure di manzo con
aggiunta di cipolla e aromi vari. Vengono, poi, soffritte in padella con burro
o margarina.
Sono talmente buone che qui
sono considerate piatto nazionale. Piccoline, da mandar giù in un sol boccone, le trovo squisite anche da fredde. Si
mangiano accompagnate da purè di patate all’aglio, barbabietole marinate oppure
cetriolini sott’aceto, senape molto forte e tanto rugbrød, pane di
segale caldo.
La tua nuova città è pedonabile
oppure occorre usare l’auto anche per andare a prendere un caffè?
La mia città è super ciclabile, se mi
passate il termine. É definita, a ragione, il
paradiso delle bici. Qui, a Odense, tutti usano la bici per andare ovunque,
anche perchè vi sono ben 560 km di piste
ciclabili, tra separate dal circuito stradale e non.
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La
mattina, quando esco per recarmi all’Università o a lavoro, mi capita di vedere
file e file di bambini, sulle proprie bici, andare da soli alle scuole
elementari.
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Sapete
che i genitori che al mattino vogliono accompagnare i propri figli a scuola in
auto sono obbligati a pagare un ticket
per il disturbo ma, soprattutto, per il
pericolo che possono arrecare ai ciclisti?
<<Sindaci italiani, vi prego, prendete nota!>>
Da 0 a 10 quanto sono fashion
le donne della tua città?
Posso
ridere? Touchè per le danesi. Ora si
stanno lanciando con il loro “danish
style”, che consiste nel total black
ovvero il color nero dalla testa ai piedi.
Oltre
questa predilezione per il nero non mi sembra abbiano, comunque, grandi
stranezze in fatto di moda ad eslusione del fatto che pare non soffrano il freddo. In inverno, anche in quello più
rigido, sfoggiano, come unico soprabito, dei lunghissimi cardigans, anche sino
alle caviglie, oppure, le si può vedere con una semplice giacca in pelle, ovviamente nera, incuranti della neve o del vento
gelido. Per me, tutto questo è sconvolgente.
Quella volta in cui ti sei
sentita orgogliosa di essere “italiana”...?
Tutte le
volte che nei discorsi sul cibo
salta fuori la varietà delle
preparazioni gastronomiche che abbiamo in Italia. I loro piatti sono buoni
e mi piacciono pure molto ma la ricchezza di quelli presenti in Italia, penso,
sia imbattibile.
E poi, mi sento orgogliosissima della qualità del nostro vino, tanto più che è amatissimo dai danesi.
...e quella volta che ti sei
sentita “italiota”?
<<Francesca,
ma hai solo una carta di credito?>>
Questa
è l’esclamazione tipica mista a stupore delle mie compagne di Università,
quando tiro fuori dal portafogli la mia unica carta di credito italiana.
E io
rispondo loro: <<Perchè, quante me
ne dovrebbero servire?>>
Ora,
comunque, la situazione è un po’ migliorata. Da un po’ di mesi, ho, infatti,
sia la mia prima carta di credito danese che quella, precedente, italiana.
Adesso sono finalmente cool anche io,
almeno ai loro occhi!
È una città a misura di
bambino?
Assolutamente sì! Vi sono parchi dove giocare, piste ciclabili per spostarsi da un
luogo all’altro in tutta sicurezza, moltissimi eventi pensati per grandi e piccini e poi, aiuti economici per le famiglie, da parte dello Stato, nonchè istruzione scolastica gratuita, sin dall’asilo.
In
Danimarca il 75% degli asili sono comunali, con accesso gratuito, mentre il restante 25% sono privati, gestiti da associazioni, da genitori o da imprese
in accordo con le autorità locali. La
sostanza non cambia molto per le famiglie poichè, sia in termini di finanze
che di gestione, vengono applicati gli stessi principi che valgono per quelli pubblici.
Qual è l’abitazione più amata o
più caratteristica?
Le case di
Odense, secondo me, sono un sogno. E ve ne sono di spettacolari. Tutte in colore pastello ma ciascuna di una
tonalità diversa. Le adoro, con i
loro tetti spioventissimi, per
meglio sopportare la neve invernale, e le piccole finestre quadrettate, in legno laccato bianco.
<<Non sembra anche a voi che siano
uscite da una favola di Andersen?.>>
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Pensi che i giovani abbiamo
qualche opportunità maggiore a vivere e studiare nel nuovo paese o perdono
qualcosa rispetto i loro coetanei italiani?
L’insegnamento culturale che ho ricevuto in
Italia mi è piaciuto molto e mi rendo conto che spesso, riceviamo,
qualitativamente parlando, qualcosa in più, in fatto du istruzione, rispetto a
molti altri paesi del mondo. Ma per
tutto il resto...Danimarca!
Non solo l’Università è totalmente gratuita ma
gli studenti ricevono un sussidio, dal
Governo danese, di circa 5000 DKK,
Corone danesi, corrispondenti a poco
più di 650 euro al mese, per potersi
pagare una parte dei costi d’affitto, così, da poter lasciare il nucleo familiare
e andare a vivere da soli.
Anche gli studenti stranieri possono
richiedere questo aiuto statale a condizione, però, che
dimostrino di svolgere, anche, un lavoro che li impegni almeno 10-12 ore
settimanali, mentre si frequenta l’Università.
Quando si vuole scappare dalla
civiltà dove si va?
Si prende la bici e si va nella natura: mare,
fiordi, laghetti, boschi. Anche solo per una corsa.
Se c’è il sole i danesi scappano tutti all’aperto, niente li ferma!
Una delle
loro fughe cittadine più amate è al parco Munke Mose, Brughiera dei Monaci, in
italiano,
Munke Mose 5000 Odense C
un tempo
terreno incolto di proprietà dei monaci, da qui il nome, e poi acquistato, nel
XIX secolo, dal comune di Odense come zona ricreativa per gli abitanti della
città.
Oggi, ci sono fontane, prati dove stendersi al sole e piccole barche da
poter affittare per una piacevole gita sul lago.
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Ancora, al primo raggio di sole, gli abitanti di
Odense, scappano in massa al Kongens Have,
Odense C, 5000 Odense, Danimarca
il
giardino, in stile barocco, del palazzo reale di Odensegård,
disegnato da J. C. Krieger, per
volere del re Federico IV, nel 1720.
Oggi il palazzo è la sede del Comune di
Odense e non è visitabile ma si può godere comunque delle suo bellissimo parco.
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La mia fuga preferita resta,
comunque, un’immersione nella natura di
Fionia.
Fionia,
in danese Fyn è l’isola, la seconda più grande della Danimarca, in cui si
trova Odense.
Il paesaggio è molto
vario; vi sono colline, frutteti e deliziose case coloniche dai colori
pastello. Non per niente è chiamata il
giardino di Danimarca.
I cittadini di Odense, spesso affittano delle bici e
percorrono la zona Sud dell’arcipelago ammirando la zona costiera con le sue
meravigliose insenature.
Oppure, trascorrono il loro tempo facendo trekking, uscendo al largo con delle piccole imbarcazioni o, ancora, pescando.
Se poi siete da quelle parti non
perdetevi il piccolo villaggio di Fionia,
Den
Fynske Landsby,
Sejerskovvej 20 5260
Odense S
considerato un vero e proprio museo a cielo aperto poichè vi è stato
ricreato la vita di un villaggio danese del XVIII e XIX secolo, con campi
coltivati, aie per animali e case tipiche del tempo.
Il motto o il modo di dire locale, secondo te, più simpatico?
Tak for
kaffe.
Significa letteralmente “grazie
per il caffè” e lo si può dire sia dopo
aver consumato realmente un caffè con un’altra persona ma, anche, come semplice esclamazione di sorpresa o
congratulazione!
<<Tak for kaffe, Francesca! Hai fatto un ottimo
lavoro con il nuovo cliente!>>
Qual è la lingua del luogo e hai
avuto difficoltà ad impararla o usi solo l’inglese?
Il danese è difficile, molto difficile. Sono un
po’ avvantaggiata perché ho studiato tedesco e ogni tanto trovo parole simili ma
per ora sono davvero molto indietro nell’apprendimento. Uso praticamente solo inglese, eccezion fatta al supermercato, dove
so già cosa potrebbero chiedermi e gioco d’anticipo con la risposta ma per il
resto...
Dovete
sapere che alcuni ritengono che la lingua
danese sia stato creata da un vichingo norvegese ubriaco che, in quanto
ubriaco, si perse e approdò in Danimarca. Cosa positiva, oggi è molto facile
per un danese capire i norvegesi ubriachi ma non quelli sobri ;)
Qual è l’insegnamento che
vorresti lasciare ma che proprio i tuoi nuovi concittadini non vogliono
apprendere?
Il vino deve avere il tappo di sughero!
Ogni
volta che vado al supermercato e vedo bottiglie di buon vino con il tappo in
plastica svitabile il mio cuore italiano inizia a piangere.
Qual è l’abitudine più bizzarra
delle persone del luogo?
Di per sè
non penso sia cosa bizzarra, anzi, al contrario, però quando la racconto ai
miei amici italiani, di solito, sgranano gli occhi dallo stupore. A Odense se si beve troppo e si va, comunque, in
bici si incorre in una bella multa
salata, da parte dei vigili, e in un
“taglio” sulla patente di guida. Come se le multe non bastassero, dopo tre tagli vi è il ritiro della patente
e perciò, niente più auto, poco importa, ma neppure niente più bici, una
catastrofe! <<Non fate quella
faccia stupefatta, vi avevo, pure, avvertito!>>
Come funzianano i saldi nella
tua città, quando e dove acquistare?
I saldi invernali iniziano il giorno dopo Santo
Stefano, 26 Dicembre, alle 7 del mattino. Non
importa che ti sia appena svenata economicamente con i regali, appena fatti, di
Natale, devi continuare a svenarti un altro po’ poichè molti articoli arrivano anche
fino al 70% di sconto.
Le due
vie con la più alta concentrazione di negozi di artigianato danese nonchè brand
internazionali, dove poter fare una sacco di acquisti e anche qualche buon
affare, sono: Kongensgade e Vestergade.
Altrimenti,
a pochi minuti di macchina dal centro vi è uno dei più grandi centri
commerciali della zona, il Rosengårdcentret,
Ørbækvej
75, 5220 Odense SØ, Danimarca
uno shopping mall con più di 160 negozi, numerosi
ristoranti e un cinema, nel caso in cui non si avesse ancora voglia di rincasare,
dopo un pomeriggio di acquisti e una serata a base di frikadelle e øl.
<<Ma
come, cosa sono frikadelle e øl? Non ve
lo dico. Dovreste, ormai, averlo imparato!>>
Il libro dell’autore locale che
ci suggeriresti di leggere.
Le fiabe di Hans Christian Andersen!
Quanti di
noi si sono addormentati, alla sera, grazie alla mamma che leggeva una di queste
meravigliose avventure? Io di certo sì! I
vestiti nuovi dell’imperatore,
la principessa sul pisello, Pollicina, il soldatino di stagno, il
brutto anatroccolo, la piccola fiammiferaia e molte molte altre ancora. Ah, quasi
dimenticavo! La celeberrima Sirenetta; la
storia della figlia del Re del Mare che si innamora del principe e per lui
decide si sfidare il suo destino che la vuole, alla fine della sua lunga
esistenza, solo schiuma di mare. È una
delle opere più tristi e, forse per questo, più amate di Andersen. A lei
sono state dedicate, nel tempo, molte rappresentazioni teatrali e
cinematografiche senza contare le numerose statue a raffigurarla in ogni angolo
della Danimarca.
Anche la Disney ne
ha fatto una delle sue eroine, Ariel,
benchè la Sirenetta di Andersen, non voglio far la spoiler ma..., non finisce bene come l’happy end americano ;)
Vi consiglio, se
doveste visitare Odense, di dedicare un
po’ di tempo, anche, alla casa museo dedicata allo scrittore. Si trova in
Bangs Boder 29, 5000, Odense C.
Fu inagurata nel 1908, facendone, così, una
delle case museo, dedicata ad un artista, più antiche del mondo.
L’esposizione permanente permette di ammirare gli originali dei suoi numerosi disegni nonchè di tutte le sue opere, che
sono più di 150. La
parte del museo dedicata, invece, a quella che è stata la sua casa, con le stanzette ricostruite in modo molto aderente alla
realtà del tempo, lascia facilmente intuire quella che doveva essere la sua
vita quotidiana e il suo lavoro di scrittore e sembra proprio che lui sia ancora
lì, magari in un’altra stanza, ad aspettarti per fare gli onori di casa.
Una luogo, un monumento, un
sito da vedere assolutamente perchè fuori dalle rotte turistiche.
Faaborg, assolutamente. Si tratta di una piccola cittadina non molto lontana da
Odense e a Sud di questa.
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Il centro è davvero caratteristico: strade
acciottolate, negozietti pieni di oggetti dell’artigianato locale e piccoli
ristorantini dove testare la cucina danese più autentica e non troppo
turistica.
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Panorama di Faaborg |
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Panorama di Faaborg |
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Panorama di Faaborg |
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Panorama di Faaborg |
Fuori dal centro, invece,
si possono ammirare le spiagge battute dal vento,
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Panorama di Faaborg |
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Panorama di Faaborg |
la zona del porto e quella balneare, appena rinnovata sulla base dell’innovativa concezione del bagno
in mare dell’architetto belga Julien De Smedt,
oppure, esplorare le piccole isole limitrofe, tutte raggiungibili tramite un traghetto
giornaliero.
Penso sia davvero una bella idea per trascorrere una giornata fuori dall’ordinario o,
ancor meglio, un week-end rilassante a
stretto contatto con la natura danese.
Qual è l’evento di massa più
popolare.
Senza dubbio il Julebryg,
ovvero l’evento per la Birra di
Natale, la cosiddetta Juleøl.
I festeggiamenti per il Natale, a Odense, ma ciò
vale per tutta la Danimarca, iniziano
nel mese di Novembre, quando, il primo Venerdi, è finalmente pronta la Juleøl, una birra più scura e forte di
quella tradizionale e aromatizzata con cannella, noce moscata e chiodi di
garofano.
In tutta la Danimarca avviene,
contemporaneamente, la sua distribuzione, accolta dai danesi come una vera
e propria festa, tanto da chiamare, ormai, il primo Venerdì del mese di
Novembre il J. Dag, Giorno della
Julebryg.
Sono diversi i birrifici che producono la Juleøl e per l’occasione del J.
Dag la distribuiscono, anche, gratuitamente ma la Birra di Natale più famosa
resta, comunque, quella della Tuborg.
Così, in questo giorno, i danesi, saltellano da un pub all’altro di Odense,
bevendo litri di birra e cantando il tradizionale jingle natalizio della Tuborg.
Verso sera del Julebryg tutta la città si riversa nel parco di Munke Mose e lì, alle 20.59, iniziano i
festeggiamenti.
I danesi, insieme ad amici e familiari, si divertono parecchio,
si ubriacano tanto e alla fine tornano a casa felici, contenti e brilli; se il
tasso alcolico lo permette tornano in sella alle proprie bici, sennò bici alla
mano.
È in questo modo che l’atmosfera
festiva comincia a scaldarsi e Odense entra nello spirito natalizio.
La Juleøl è chiamata anche Birra Neve, dal logo della Tuborg posto sulle bottiglie destinate a questa birra: grossi fiocchi di neve che cadono su uno sfondo blu.
Piccola curiosità: Noi, in Italia, dai primi di Novembre, abbiamo gli spot del panettone ad indicarci che il Natale non è più così lontano e a farci avvertire la sua magia, vero? Bhè, i danesi hanno gli spot della Birra di Natale.
Parlando di voli, come è collegata
la tua nuova città con l’Italia e vi sono voli low cost oppure solo nazionali ?
Una volta giunti all’aeroporto di Copenhagen, ora ben
servito con voli low cost quali Ryanair
o Easyjet - consiglio anche la Norwegian airlines, secondo me niente
male - bisogna prendere un treno diretto
a Odense.
I biglietti si possono acquistare sul sito dei trasporti danesi, DSB;
niente paura, vi è anche la versione inglese. Io vi consiglio la tariffa Orange, molto conveniente, 220 DKK, circa 30 euro, poichè i treni
in Danimara sono alquanto costosi.
Oppure, si può atterrare a Billund, aeroporto secondario di
Copenhagen, da dove prendere un autobus o un treno per Odense.
Altrimenti, se si preferisce
fare scalo o cambio a Londra, ci sono, da lì, aerei diretti ad Aahrus, altra grande città del paese, e poi,
una volta atterrati si può scegliere di prendere un treno, molto meno costoso
che da Copenhagen, oppure un autobus.
Saresti disposta ad
imbastire una storia con un uomo del luogo?
Fatto! J <<Vi ho già detto che ho una bellissima storia con
un “bel danese”? Sì, ve l’ho detto!>>
Comunque, penso di essere stata un po’ avvantagiata con lui poichè parla
davvero bene l’italiano e, avendo vissuto per 5 anni in Italia, comprende, ormai, abbastanza bene le mie
necessità da italiana. Altrimenti, non saprei proprio come sarebbe stato il
gap culturale tra noi!
La vita è molto cara nella tua
città o abbastanza economica?
La vita è più cara rispetto l’Italia ma
dipende sempre da cosa si voglia fare. Mangiare
fuori la sera, nei ristoranti o nei locali, costa decisamente di più
rispetto Padova o l’Italia, in generale, ma molti ristoranti danesi mettono on-line sui propri siti molti deal – offerte – perciò, se si fa un po’
di attenzione, si può cenare fuori, mangiare bene e spendere, tutto sommato,
una cifra ragionevole.
Anche gli affitti delle case sono simili a
quelli italiani, anche se dipende molto dalla zona della città in
cui si vorrebbe abitare. Nelle aree vicino ai parchi verdi o nei pressi dell’Ospedale,
considerate zone chic, le case
possono costare anche il triplo rispetto alle altre zone della città più
decentrate.
La palestra e l’abbonamento telefonico,
invece, costano quasi la metà rispetto l’Italia. Un esempio?
Pago 81 DKK al mese, circa 11 euro, per l’abbonamento telefonico al cellulare e
ho 12 ore di chiamate vocali e 12 giga di traffico internet.
<<Mi chiedo, ma secondo loro chi dovrei
chiamare con tutte le tefonate che mi permettono di fare?>>
In ogni caso,
la vita è più cara se la paragoniamo a
quella italiana ma anche gli stipendi danesi sono molto più alti rispetto
quelli nostrani perciò, a conti fatti, se
si ha un buon lavoro e uno stipendio locale non si avverte, poi, tutta questa
sensazione di dispendiosità.
Il salario medio su quanto si
aggira?
A Odense, un salario medio si aggira intorno
ai 22.500 DKK al mese, 3000 euro, al
netto delle tasse.
A Copenhagen, penso, si possa guadagnare anche molto di più
ma la vita è, comunque, più cara rispetto le altre città danesi perciò tutto
resta proporzionato.
Il festival annuale più
aspettato?
Tinderbox! Inaugurato nel Giugno del 2015, nel
parco di Tusindårsskoven, è un festival di 3 giorni a base di concerti
di musica pop e rock.
Alla prima edizione, la scorsa estate, vi hanno
preso parte artisti di vario genere, quali: Robbie
Williams, Cardigans, Hozier, Major Lazer, Ellie Goulding, Prodigy e molti
altri!
L’ingresso non è propriamente economico, 1500 DKK, 200 euro, per un biglietto di ingresso che vale 3 giorni
ma gli studenti, o chi voglia, facendo volontariato
all’interno dell’evento può parteciparvi gratuitamente.
Tusindårsskoven, Falen, 5200 Odense V, Danimarca
Da 0 a 6, quante stelle daresti
alla qualità della vita considerando il salario – la sicurezza – capacità di
trovare un lavoro - inquinamento – capacità di risparmiare – amabilità della
gente)
6 pieno. La Danimarca è il paese più felice
al mondo e ora che vi vivo ne capisco proprio perché.
Nonostante
ad Odense possa essere un po’ più difficile trovare un lavoro per uno straniero
poichè il danese è la lingua che viene parlata prevalentemenete e, a differenza
di Copenhagen, non ospita grandi aziende internazionali, il poco inquinamento, il
rispetto che le persone hanno le une per le altre, i servizi che offre lo Stato fanno di questa città davvero un luogo
molto piacevole dove vivere.
É vero, le
tasse sono più alte rispetto l’Italia ma la qualità dei servizi pubblici che
si hanno in cambio sono inimmaginabili rispetto quelli dati nel nostro paese.
Lo rifaresti o hai qualche
rimpianto o pentimento ad aver intrapreso questo cammino?
Di sicuro lo rifarei. È una
scelta che rinnovo tutti i giorni, felicemente.
Mi spiace molto non poter stare
accanto ai miei amici e alla mia famiglia, ovvio, ma qui, a Odense, è tutta un’altra storia.
Puoi davvero vivere bene.
E io mi sento, finalmente, realizzata.
Pensi che un giorno potresti
rientrare definitivamente in Italia e se sì per quale motivo?
Al momento non credo. Magari un
giorno, forse quando andrò in pensione. Forse!
Qual è la domanda (dai poi
anche la risposta) che avresti voluto ti facessi?
Qual è lo stereotipo che ti infastidisce di più di rappresentare
in quanto italiana?
Frequentando l’Università di Odense e vivendo perciò in un
contesto non solo danese ma anche internazionale mi accorgo che i miei amici hanno
idee alquanto preconcette sugli
italiani.
Quasi tutte le idee sono, comunque, collegate ai soliti stereotipi con cui veniamo dipinti
all’estero. Ad esempio, si pensa che tutti
gli italiani, se hanno qualcosa da dire o di cui discutere, urlino tra loro, indipendentemente dall’età,
sesso o provenienza geografica. Oppure, si pensa che non si sia un popolo organizzato; secondo loro improvvisiamo tutto
e sempre. Ancora, che si arrivi agli
appuntamenti, anche quelli di lavoro, sempre in ritardo.
<<Voi dite
che sono solo i soliti stupidi stereotipi e non, purtroppo, mezze verità?>>
E voi,
avete mai visitato Odense ? Avete indirizzi da svelarci, suggerimenti da dare o
aneddoti da raccontare?
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Ciao Francesca Baggio. Ho letto con molto interesse il tuo blog sulla tua vita a Odense. Il mio desiderio sarebbe quello di vivere in Danimarca e odense è una delle città che più mi interessa. Ti ho mandato un messaggio su Facebook perché li piacerebbe farti delle domande precise. Dimmi tu come posso contattarti . Grazie in anticipo. Nunzio
RispondiEliminaCiao Francesca grazie per il Suo articolo su Odense e la Danimarca che ho trovato interessante, ben fatto e autentico. Mi piacerebbe farLe delle domande al proposito via e-mail, se possibile. Non sono su Facebook, Cordialmente Elisabeth, Venezia
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