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Carissimi lettori,
Restiamo ancora per un’altra intervista di...e
guardo il mondo da un oblò! nel Continente Africano ma questa volta voliamo
un po’ più giù, solo un po’, sino ad arrivare all’estremo capo Sud del mondo.
Questa settimana, infatti, ci troviamo
a Cape Town, Città del Capo per noi Italiani, meravigliosa metropoli della Repubblica Sudafricana.
Come sempre vi ricordo che se, tra voi
lettrici, vi fosse qualche italiana residente, anche temporaneamente,
all’estero e abbia voglia di essere intervistata, oppure, conosca delle italiane felici di partecipare al progetto, lasci
un messaggio nei commenti al post o, sulla pagina Facebook di What’s
Happening, Cate?, oppure scriva una mail a caterina_amato@ymail.com
e verrà contattata entro un paio di giorni, al massimo.
Vi ricordo, ancora, affinché tutti voi
possiate sentirvi un po’ più partecipi in questa mia iniziativa, e non
solo lettori, ;) l’hashtag #EGuardoIlMondoDaUnOblòCittàDelCapo,
che potrete usare, se vorrete, sui diversi social in cui é presente, anche, What’s
Happening, Cate?: innanzitutto, in Instagram (caterinaagatamaria) ma, anche, su Facebook, (What's Happening, Cate?), Twitter, (WHCate) e infine, su Pinterest, (What's Happening, Cate?), per postare ulteriori foto,
curiosità, scorci pittoreschi di cui solo voi siete a conoscenza oppure, per
condividere, con noi, lo shopping del cuore, le vostre scoperte gastronomiche e
molto altro ancora, rispetto quanto già raccontato nell’intervista da Federica.
Come sempre, nessun limite alla fantasia.
xoxo
Caterina Agata Maria
Nome: Federica
Cognome: Marchesini
Professione: Direttrice e insegnante in una scuola di
lingue e scrittrice a tempo perso
Città italiana di
provenienza: Verona
Città di arrivo:
Città del Capo
Stato: Sudafrica
Mi chiamo Federica ma sarebbe
stato bello nascere come Giulietta, dato che sono nata a Verona, nel lontano 1973.
Vivo a Città del Capo con il mio
Romeo che si chiama Lorenzo, un italo-sudafricano, conosciuto qui,
4 anni fa.
Sono approdata in Sudafrica per
curiosità e per noia. Ho lasciato la Germania e precisamente Amburgo 15
anni fa, dove abitavo e lavoravo.
Un
giorno aprii la mappa del mondo e scelsi il Sudafrica, dove avevo qualche
contatto di lavoro, come il Paese più lontano possibile dalla mia realtà di
allora. Poco dopo, feci la valigia, salutai mia madre per telefono e partii per
Città del Capo.
Di lavori ne ho cambiati tanti in 15 anni e posso dire che mi sono reinventata parecchio.
Di lavori ne ho cambiati tanti in 15 anni e posso dire che mi sono reinventata parecchio.
Ora, insegno Italiano, Inglese e
Francese alla mia scuola privata qui a Città del Capo, la Lingo School, che ho fondato circa 9
anni fa.
Insegno anche su Skype,
rendendo il mondo un po’ più piccolo e più vicino a me.
In questi ultimi anni ho anche iniziato
a scrivere seriamente; non intendo dire che i miei scritti siano seri,
quello mai, anzi credo che le parole rimangono più impresse se il lettore
sorride mentre legge. Mi impegno seriamente a scrivere, diciamo. Sono contenta
di essere riuscita a pubblicare
finalmente il mio primo romanzo, in italiano, che si chiama “Da
un capo all’altro”, la cui versione inglese si chiamerà “Afritalian”,
che uscirà a Gennaio 2017.
Se
vi interessa sapere di che si tratta posso dirvi per ora che è una guida
turistica nascosta in un romanzo, è una storia divertente di cose serie, è un
libro che si legge in un giorno se si vuole. L’unico difetto è che fa venire
voglia di fare la valigia e venire a trovarmi in Sudafrica. Non è un brutto
rischio.
Si trova su Amazon, sia in
versione cartacea che in formato Kindle.
Città del Capo è l’Europa in
Africa, il vestito di marca tra gli scalzi, la villa hollywoodiana tra
le baraccopoli, la haute cuisine tra
coscette di pollo mangiate in piedi, gli Euro che mangiano i Rand. È una contraddizione, stupenda ma una
contraddizione. È la città dove tutti gli italiani vogliono venire a vivere al momento, perché lo stile di vita è più sostenibile, perché se si trova un
lavoro decente qui, si vive veramente bene.
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Il cielo è più blu ma non è una canzone, è proprio vero; lo si guarda e sembra il tono monocolore del Pantone 14-4318 TCX Sky blue, scelto per
un evento speciale: il tuo arrivo, la tua vacanza, il tuo viaggio di nozze,
la tua vita.
Gli animali ci sono ma non
camminano per strada, si trovano solo quando li si cercano. Allora
si parte in missione balene, pinguini, squali, delfini, struzzi e marmotte.
Forse i guinea fowl che gli italiani chiamano gimme five perché non sanno la pronuncia, ti attraversano la strada anche se non li cerchi. E allora non ti resta che sorridere perché non fai in tempo a far loro una foto.
Forse i guinea fowl che gli italiani chiamano gimme five perché non sanno la pronuncia, ti attraversano la strada anche se non li cerchi. E allora non ti resta che sorridere perché non fai in tempo a far loro una foto.
Ho
scritto una poesia sulla mia città. Vorrei condividerla con voi.
CAPE
TOWN
Finisci il mondo
ma non ti esaurisci
Sempre esaudisci un desiderio in più
Arrossisci di rosa la sera
per pura sorpresa
e poi di viola e di arancio
Non mi stanco
a guardarti cambiare
Da un miraggio a coraggio
hai superato
contrasti e dilemmi
Ma dimmi
Ci insegni anche a noi
a perdonare di più
Quaggiù sembra tutto più blu
il tuo mare, un oceano in subbuglio
folto di rabbia ma meglio
di vita riempita
di onde e domande
Ci sorprendi e ti estendi per ore
lungo uno stuolo di campi infiniti
ci lasci storditi
con tappeti di fiori e di piante
Un'emozione pulsante e febbrile
Mi sento morire
Non voglio partire
e allora mi sposti
sorridi e indovina
sei già cartolina
Come si chiamano gli abitanti
della tua nuova città?
Gli abitanti di Città del Capo, Kaapstad in Afrikaans, si chiamano Capetonians, da Cape Town,
in inglese. In Italiano sono divenuti, poi, i Capetoniani.
C’è qualche problematica molto
grossa attualmente che non trova soluzione?
Sì, il problema università e le tasse
universitarie.
Si è
creata una campagna con la hashtag #FeesMustFall, le tasse devono
cadere, che gli studenti hanno iniziato, come forma di ribellione perché esigevano
che le università fossero gratuite per tutti. Le proteste sono diventate però
atti di violenza, vandalismo, razzismo, rabbia e distruzione. Libri, quadri, veicoli,
edifici bruciati per mostrare punti di vista, che stanno perdendo peso
automaticamente a causa del loro approccio sbagliato. Ed adesso, gli studenti
che vogliono le università gratis ne hanno causato la chiusura e hanno perso
l’intero semestre. Qualcosa deve succedere per impedire che la situazione si
deteriori ancora di più.
Ogni quanto tempo ritorni in
Italia? E come mai questa scelta?
Pochissimo. Non ho molto desiderio di
tornare a casa. In 15 anni, ho passato
anche 2 /3 anni senza rientrare. Abitando alla fine del mondo, costa
salire. Se potessi scegliere, preferirei viaggiare ed esplorare Paesi diversi.
Mia madre è anziana e malata, quindi dovrò cercare di tornare più spesso.
Vediamo!
Qual è la moneta corrente (se
diversa dall’Euro) e i suoi sottotagli e quanto questi valgono rispetto l’Euro?
La moneta locale si chiama Rand e non si mette dopo
l’ammontare come fanno gli italiani, si mette prima. R100 sono 6 Euro e 60 centesimi. OGGI. L’ho scritto in lettere maiuscole perché domani può cambiare di nuovo. Non è una moneta con le palle la nostra.
Il suo
nome deriva dalla parola Afrikaans “Witwatersrand”
che tradotto letteralmente significa
“cresta delle acque bianche”
Devo dire
però che la cosa più bella di questa
moneta è il suo look. Vedersi da un lato i Big Five, i cinque animali più rappresentativi del Sudafrica e
dall’altro lato il viso di Nelson Mandela, tutti belli colorati, ogni volta che
vai al supermercato, ti fa venire voglia di spendere.
Purtroppo questi animali non sono leaders in Europa e se
potessero, scapperebbero dall’Euro – al cambio con la moneta Europea valgono
davvero poco, ndr - come io da mia madre quando mi inseguiva da piccola attorno
alla tavola con il battipanni.
Quando arriva la primavera
nelle tua città?
La primavera inizia a Settembre quando
arrivano le balene ma non è sempre una stagione che si fa viva con
determinazione. Si nasconde spesso dietro l’inverno, un po’ timida, esitando ad
uscire sul palco, con acquazzoni che scendono dagli occhi. Ma quando si presenta, che performance
ragazzi! I campi di fiori fanno risvegliare anche gli Impressionisti
francesi. Si prende la macchina e si va a rincorrerli mentre sbadigliano, i
fiori, non gli Impressionisti J
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Ho ambientato il mio intero romanzo a Settembre
per parlare anche di questo.
Esiste qualche forma di
censura?
Acquistare bevande alcoliche durante il
weekend nei supermercati.
All’inizio pensavo che ci fosse una candy camera nascosta e che qualcuno mi
facesse uno scherzo, soprattutto quando non trovavo nemmeno la birra, ma poi ho
capito come funziona qui: il vino c’è nel supermercato ma è in prigione da
sabato a domenica sera;
la birra e i super alcolici sono nei liquor shops, i negozi specializzati di
bevande alcoliche e non.
Qual è la lingua del luogo e hai
avuto difficoltà ad impararla o usi solo l’inglese?
Sono
insegnante di lingue per professione e mi
vergogno un po’ a dover ammettere che
tra le 11 lingue ufficiali che ci sono in questo Paese, conosco solo l’inglese.
La maggior parte sono lingue africane, tra le
quali c’è il Xhosa e lo Zulu che si parlano anche nella
nostra Provincia, chiamata Western Cape.
Non sono proprio riuscita a impararle o forse non mi sono mai messa a farlo
intenzionalmente.
L’Inglese
si usa dappertutto in città e quindi parlo solo quello.
L’Afrikaans, che deriva
dall’olandese è una lingua che imparerei
solo se mi trovassi costretta. È estremamente espressiva e si dice che ha
un vocabolario coloratissimo ma anche se dovrebbe risultarmi facile dato che
molte parole le capisco assomigliando al tedesco, non mi è mai interessata. In
un’altra vita, dico sempre o quando sono ubriaca.
Il piatto più popolare della
tua città che va assolutamente assaggiato?
Il piatto
che spopola in questo Paese è il barbecue
sudafricano, che si chiama Braai, e deriva dalla parola
Afrikaans braaivleis che significa semplicemente “carne
grigliata”.
Non è
nemmeno più un piatto, è diventato un
rituale ormai ed una tradizione solida che riunisce famiglie ed amici
attorno al fuoco, il weekend, alle feste nazionali e soprattutto in estate.
Si fanno Braai di agnello, di manzo, di pollo, di
pesce. Per me l’insalata e il garlic
bread, filoncini di pane con aglio da mettere in forno, completano il
tutto.
Gli uomini sono in genere quelli che si
occupano del braai e “devono” essere capaci a farlo bene. Se non lo
sono per natura, devono impararlo a costo di comprare libri che insegnano loro
i trucchi per diventare il perfetto “braai
master”
Qual è la bevanda più popolare?
In Sudafrica e
specialmente nella zona della Western
Cape, dove Città del Capo è situata, il
re a tavola rimane il vino. È sicuramente la bevanda più bevuta in questo
Paese. I vigneti di Stellenbosch, Franschhoek, Paarl, Wellington e Robertson
producono vini eccellenti che si esportano in tutto il mondo, facendo del Sudafrica uno del 7 produttori di vini più
famosi al mondo.
Le montagne che le circondano creano un microclima ideale
per il vino.
Il Pinotage, tipico di
qui, è un incrocio tra Pinot Nero e Cinsaut. Altri vini rossi molto in voga
sono il Cabernet Savignon, il Merlot, il Cinsaut e il Syrah che in
Sudafrica viene chiamato “Shiraz”.
Per
quanto riguarda i vini bianchi si ricordano lo Chardonnay, il Savignon Blanc,
lo Chenin Blanc, il Semillion e il Crouchen, noto nel Paese con il nome di “Riesling”.
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La cultura della birra,
localmente prodotta, la locally brewed,
ha preso piede negli ultimi anni e
stanno spopolando marche e birrifici in città e nelle zone limitrofe.
Se non facesse male o
ingrassare in modo esagerato qual è il cibo (non piatto) o la bevanda del luogo
che potresti mangiare tutti i giorni senza che ti venga mai a noia?
A parte i “boerewors” ossia la salsiccia sudafricana che mangio sempre volentieri quando c’è il braai,
penso
che, dopo tutto, sia la pasta italiana
che mangerei in quantità smodata. Gli 80 grammi consigliati a persona
potrebbero tranquillamente essere 200 grammi per quello che mi riguarda.
La tua dipendenza culinaria
locale
Non ci sono tantissimi piatti o cibi locali
che mangio spesso poiché non sono amante delle spezie, del piccante
e dei sapori intensi, che qui sono molto comuni per le forti influenze
orientali in cucina.
La varietà di curry è infinita ed è sicuramente uno degli ingredienti principali nei piatti più tradizionali.
La varietà di curry è infinita ed è sicuramente uno degli ingredienti principali nei piatti più tradizionali.
Per
fortuna in questa città ci sono tutte le cucine del mondo e posso permettermi
di coltivare la mia dipendenza dal sushi che
si trova nei ristoranti ma anche nei supermercati.
Il piatto straniero più
apprezzato dalla gente del luogo
I lettori di Conde Nast Traveler, la
famosa rivista americana di viaggi e life
style, hanno votato Città del Capo
come “the best food city in the world”
ossia la capitale del cibo nel mondo. Infatti, non c’è cibo straniero che non
si trovi in questa città, ormai pregna di ristoranti e baretti di qualsiasi
tipo.
Le pizzerie e i ristoranti di sushi sono forse le più in voga anche se il
burger, più “sudafricanizzato“ che
americano, poichè preparato con la carne locale, è veramente uno dei piatti più apprezzati dai giovani e non solo.
Quale cibo o prodotto – non
piatto – hai scoperto nella tua nuova città e che hai imparato ad amare?
Ho scoperto l’avocado che,
innanzitutto, non sapevo appartenesse alla categoria delle pere e che anche se
originariamente viene dal Messico e Centro America si coltiva anche in
Sudafrica. La stagione dell’ “avo” è
l’estate quando non costa niente e ti viene voglia di mangiarlo con tutto
(con la pizza, con l’insalata, con il salmone, con il pane tostato il formaggio
feta o farne un guacamole). Poi arriva
l’inverno e sei ormai “avo dipendente “
e disposto a pagarlo il doppio per importalo dall’estero.
Se dovessi fare una passeggiata
da solo nella notte come ti sentiresti? Ci sono aree da evitare?
Devo essere onesta, non mi sentirei sicura. La città
di notte non la consiglierei poiché gli scippi, le aggressioni o perfino le
minacce sono cose che possono succedere. Come
donna preferisco camminare con qualcuno e all’interno della città stessa, frequenterei
solo le vie principali dove ci sono i ristoranti e non mi avventurerei a piedi
nelle vie traverse.
Il primo Giovedì del mese, però, quando tutte le gallerie
d’arte sono aperte sino a sera, c’è un gran andirivieni di persone e la
situazione è diversa, anzi è molto piacevole camminare tra le vie del centro
alla ricerca della galleria che non si conosce. È quasi come essere in Europa.
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Ci sono molto obesi nella tua città
oppure sono in forma? Da cosa pensi ciò
dipenda?
Penso che
il Sudafrica in un certo senso assomigli
un po’ all’America dal punto di vista dell’alimentazione.
In ogni comunità,
gruppo etnico ed ogni classe sociale ci sono persone magre e persone grasse. L’aspetto economico, culturale e la
costituzione fisica delle persone influenzano decisamente la società
sudafricana. Capita di vedere donne bianche “fissate” con lo sport e i beveroni
sani, fare jogging sul lungomare la mattina alle 06:00 come immagino succeda a
Los Angeles o Hollywood, ma ci sono anche donne Afrikaans, che non hanno
problemi di soldi che sono in sovrappeso perché mangiano per gola o ingordigia.
D’altronde non si può negare che in questa città si mangi bene e tanto, se si
vuole.
All’interno delle tribù africane nere ci sono alcune persone,
specialmente le donne, che sono grasse. A volte è una questione genetica, a
volte no. Il fatto che mangino male (il cibo buono costa di più che il cibo
cattivo), e che non facciano sport non aiuta. A volte sono contente di essere
così “curvy” perché nella cultura africana le forme rotonde nelle donne sono
rappresentative di ricchezza.
Da 0 a 10 quanto sono fashion le donne della tua città?
Oddio, io
un corso di “Fashion Beginners 1” per
principianti lo farei volentieri in questa città.
Gli uomini si vestono peggio delle donne, quello è sicuro. Non
riescono ad “abbinarsi” alle loro compagne. Si vedono infatti un sacco di
coppie “scoordinate” dove lui sembra che
vada ad un safari e lei a nozze.
Le donne ci provano ad essere alla moda e
a volte ci azzeccano ma competere con le europee non è sempre facile.
C’è un capo di abbigliamento
locale che ti ha totalmente conquistato...?
Questa è la città degli infradito e dei piedi
nudi.
Le scarpe belle piacciono a tutti ma purtroppo importarle costa tantissimo e quelle che fanno qui, non sono di buona qualità. Gli infradito si indossano dappertutto: ai matrimoni, in ufficio, in chiesa, al parco, a casa, in aereo.
I bambini
sudafricani nascono e rimangono scalzi per tutta la loro infanzia, anche se
le mamme italiane li guardano male e soffrono un po’, pensando a quanto ci
vorrà per farli diventare puliti di nuovo.
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...quello che non indosseresti mai?
Cosa non
indosserei mai? Una camicia da safari
con due toni di marrone o verde.
Il festival annuale più
aspettato?
All’inizio
di Gennaio e precisamente il 2 Gennaio
di ogni anno, la città festeggia il “Tweede
Nuwe Jaar” parola Afrikaans che significa in Inglese “the Second New Year Street Parade” per commemorare il due Gennaio, giorno in cui,
ai tempi degli schiavi, verso la metà del diciannovesimo secolo, veniva offerto
loro questo giorno come giorno di riposo e divertimento, dopo che i loro
padroni Olandesi avevano festeggiato il Capodanno, la festa più attesa dell’intero
anno.
Non è altro che un corteo musicale lungo le
strade cittadine dove regnano i colori e l’allegria.
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Secondo la tradizione, i menestrelli di Città del Capo, Cape
Minstrels, sono circa 13mila e divisi in più di 70 gruppi, si esibiscono con le loro bande musicali, indossando
vestiti coloratissimi, paillettes e cappelli stravaganti, rendendo l’evento
simile ad una sfilata di carnevale ma senza carri, dove la musica è la
protagonista.
Alcuni sono testi originali in Afrikaans che portati avanti durante
i secoli, rappresentano il patrimonio musicale della cultura meticcia, dei “coloured”, i “colorati”, come li
chiamano qui. Questa parata riunisce tutti i cittadini e i turisti, ovviamente.
C’è qualche grossa comunità di
stranieri insediata nella tua città
Assolutamente
sì. La comunità italiana è notevole.
Si registrano almeno 8000 Italiani in città e il numero cresce in modo
esorbitante ogni anno.
Anche la comunità tedesca è molto grande come quella greca, quella portoghese e quella cinese.
Anche la comunità tedesca è molto grande come quella greca, quella portoghese e quella cinese.
Qual è lo stereotipo del tuo
nuovo paese più conosciuto all’estero? È veritiero?
Uno
stereotipo classico è che “non si può
essere sudafricani ed essere bianchi”. Nel Contenente Nero ci si aspetta di
vedere solo persone di colore ma Città del Capo è particolarmente “pallida”. Numericamente ci sono più neri che bianchi
ma la città stessa è frequentata da più bianchi se paragonata a
Johannesburg, per esempio.
Avevi delle idee precostituite
prima di arrivare nella tua nuova città che poi hai scardinato una volta arrivata
sul posto ?
Se devo
essere sincera sono arrivata in Sudafrica senza aver fatto nessuna ricerca
sulla nazione, sul tempo, su niente. Mi
aspettavo più animali in giro per la strada e non mi immaginavo che l’inverno potesse
essere rigido ma mi ha accolto subito così, all’inizio di Luglio, io con
una t-shirt e lui senza un riscaldamento centralizzato da offrire. E allora
sono arrivati i rinforzi dall’Europa con la mia prima copertina spedita via
posta, come se non ci fossero coperte da comprare in Africa.
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La parolaccia nella lingua
locale divenuta ormai un intercalare
Ce n’è una simpatica ma l’ho
inventata io, e ora la stanno usando tutti i
miei amici: “faccarola”, la versione
addolcita di “fuck”
Ve la regalo se la volete!
Ci potresti mostrare il panorama dalla tua
finestra preferita?
Un qualcosa che ti manca
moltissimo dell’Italia...
Ho creato questa domanda anche nel mio
romanzo, per far dire alla protagonista, Atena Monti, quello che
vorrei dire io. E ve lo riporto qui…
“….Giotto
mi ha regalato, di nuovo, la sua frizzante curiosità: «Dimmi Atena, cosa sono
le prime cose che hai notato dell’Italia da quando sei arrivata qui, delle
quali ti eri dimenticata e che ti mancano?»
«Oddio,
che bella domanda! Ce ne sono tantissime. Ogni giorno noto qualcosa che mi
manca, che ho rimosso per tantissimi anni e che mi porta indietro. Fammici
pensare…»
«Perché
non chiudi gli occhi per un attimo e mi dici cosa vedi davanti a te? Di solito
funziona» mi ha suggerito.
Ed io ho
proprio chiuso le palpebre a comando, disinteressata dalla remota possibilità
di essere studiata in viso mentre i miei occhi e le mia sopracciglia vagavano
altrove. Ho cominciato a ruota libera: «Vedo: le tende sui balconi, il bidet,
il tombino, i condomini di color mattone, la crostatina alla nutella, il passo
carrabile, i pavimenti con le mattonelle maculate, il sapone di Marsiglia, la
Rinascente, il riposino pomeridiano, le donne che trafficano in balcone,
l’acqua Rocchetta, le persiane, gli outlet, la portineria italiana, le
biciclette Graziella, la raccolta differenziata, le Assicurazioni Sara, i
pavimenti di marmo rosa nelle chiese, l’Olio Cuore, il termosifone, i
crocifissi in camera, l’autogrill, il succo di pompelmo, il torno subito a ora
di pranzo, le patatine Fonzies, le divise delle forze dell’ordine, il bar
italiano.»
E lì mi
sono fermata”
...e un qualcosa che ti
mancherebbe moltissimo se dovessi rientrare in Italia
Se
dovessi rientrare in Italia mi
mancherebbe la luce di qui. Pensate che è così bella che si vende. Ogni
anno si fanno servizi fotografici per le pubblicità televisive e per le riviste
usando la luce naturale di questa città. Che meraviglia!
Che tu sappia le coppie usano
dei nomignoli particolari per chiamarsi? E ne sai il significato?
In Afrikaans, una delle
11 lingue ufficiali che si parlano qui e che deriva dall’olandese, c’è la versione di “tesoro” che si dice “ my skat”. Mi piace molto!
C’è un’attrazione fuori dal
comune?
Sì, la Table
Mountain, la Tavola Montagna. Avere un montagnone piatto che
abbraccia la città e che è stato votato come una delle sette meraviglie del
mondo, è qualcosa di assolutamente insolito e spettacolare.
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La cable car o funivia girevole ti porta
sulla cima in pochi minuti ed in estate è aperta anche la sera all’ora del
tramonto e se non sei già innamorato di qualcuno o qualcosa prima, ti succede
prima dell’ultima foto, prima di scendere.
Piccola nota
dell’autore
Città del Capo è sovrastata da numerosi rilievi, il più noto dei quali è il
famoso Tafelberg, Montagna Tavolo
in Afrikaans, poichè con la sua sommità, lunga 3 chilometri e sostanzialmente
pianeggiante, domina l’intera città.
La
cima del Tafelberg è spesso coperta da una densa coltre di nubi formatesi dall’umidità che sale
dalla baia sottostante e per analogia tali nuvole vengono denominate dagli abitanti del luogo “Table Cloth”, la tovaglia"
Una leggenda locale narra che molto molto tempo fa viveva a
Città del Capo un temibile pirata olandese, ormai in pensione, Jan Van Hunks. Dopo aver
saccheggiato i sette mari in lungo e largo, si godeva la restante vita
ammirando la maestosa Montagna e fumandola sua pipa.
Un giorno si sedette accanto a lui un misterioro uomo nero con il capo coperto
da un grande cappello e iniziò anche lui a fumare la pipa sfidando Van Hunks in
un gara di fumo: "Scommetto che sono in grado di fumare
molto più a lungo di te" Van Hunks ovviamente accettò la sfida, sicuro
delle sue capacità di grande fumatore.
Ben presto, a gara iniziata, la cima
della montagna si ricoprì di una densa nuvola di fumo scaturente dalle pipe dei
due gareggianti venendo giù dalle pendici come un’immensa, candida, tovaglia da
tavola. La gara continuò per giorni e
giorni fino a quando lo straniero non posò la sua pipa in segno di arresa.
Solo a questo punto rivelò la sua idendità: era nientemeno che il Diavolo.
Perciò, ancora oggi, tutte le volte che le la montagna è ricoperta
da una tovaglia di nuvole bianche si
dice che vi è in atto una gara tra Van Hunks e il Diavolo a chi stia fumando di
più.
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Quando si vuole scappare dalla civiltà dove si va?
Si scappa nei paesini fighi fuori città, che
sembrano usciti da fiabe a lieto fine.
Paternoster è il mio preferito.
Situato
nella West Coast, è uno dei villaggi
di pescatori più vecchi.
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Ricorda un po’ la Grecia con le sue abitazioni e
alloggi turistici color bianco mozzarella di bufala con le porte colorate che
quando si aprono, si sente subito l’odore del mare, del bush, il cespuglio tipico di queste parti, dei fiori e della carne sulla
brace, pronta per il barbecue sudafricano per la cena.
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C’è un monumento nella tua
città molto amato dai cittadini e che tu reputi orrendo o al contrario
bellissimo ma non abbastanza apprezzato dalla gente del luogo?
Il museo sudafricano, the Iziko South African Museum.
Fondato nel 1825 è il
primo museo del paese e oggi uno dei musei principali della città. Contiene importanti collezioni africane di
zoologia, archeologia e panteologia.
Non è
orrendo di per sé ma essendo italiana, non lo posso apprezzare come si deve; ci
sono troppe ere in una sola stanza, senza cielo J
In quale albergo della tua
citta vorresti dormire almeno una notte?
Vorrei passare una notte in una suite del Twelve
Apostles Hotel, chiamato così perché si affaccia direttamente
sull’Oceano Atlantico ma alle spalle mostra, però, un altrettanto magnifica vista della
montagna con 12 piccole vette, soprannominate i 12 Apostoli.
È situato sulla
rotta che va da Camps Bay a Hout Bay, dopo Bakoven.
Victoria Street, Camps
Bay, Cape Town, 8005, Sudafrica
In quale luogo – mercato –
supermercato vai a fare la spesa oppure
c’è un luogo che è un tempio culinario?
Di
mercati rionali ce ne sono diversi e sono tutti belli, buoni e cool.
La moda dei
mercati è iniziata molto dopo che sono arrivata e vederli crescere e riscuotere
così successo è stata una piacevole sorpresa. Con il nuovo trend dell’organic food, dove il cibo biologico
cerca di ricordarti da dove viene quello che ingerisci, i mercati sono diventati ancora più frequentati. Cestino di paglia
alla mano e via, si fa a casa a fare il minestrone.
Il
primo in assoluto penso sia il Biscuit
Mill, nella
zona di Salt River che non era una
zona residenziale in voga ma lo è diventata dopo che il mercato le ha fatto un facelift al quartiere.
375 Albert Rd,
Woodstock, Cape Town, 7915, Sudafrica
Poi
c’è il mercato di Hout Bay al porto della cittadina medesima
31 Harbour Rd, Hout
Bay, Cape Town, 7872, Sudafrica
e quello di Oranjezicht, originariamente ideato vicino ad un orticello che semina quello che vende ma poi spostato nella zona trendy della Waterfront. Si compra un po’ di tutto.
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La carne è così buona qui che una bella ciabatta con il beef,
le cipolle caramellate e la lattuga è un
must.
Haul Rd, V & A
Waterfront, Cape Town, 8051, Sudafrica
Grandi attrazioni
naturalistiche ce se sono?
Ci sono le colonie dei pinguini a Boulder’s Beach
1 Kleintuin Rd, Simons Town, 7995, Sudafrica
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e a Betty’s
Bay che ti fanno credere di un essere in un cartone animato, da
tanto simpatici sono questi animaletti, molto più piccoli di quello che si
pensa.
7141, 2411 Wallers Rd, Betty's Bay, 7141,
Sudafrica
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Poi c’è tutta la penisola di Cape of Good Hope da percorrere in
macchina, meglio con un autista se si vogliono impegnare gli occhi a
creare ricordi indelebili. È un’iniezione di natura e di colori da Photoshop, sempre
senza bisogno di filtri.
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Qual è la domanda (dai poi
anche la risposta) che avresti voluto ti facessi?
Qual è il tuo animale preferito?
La giraffa, così di classe, così estrema ed eccentrica nelle sue forme, così
goffa quando cade e si rialza, così fiabesca ma reale, più bella di un sogno
che si cerca di disegnare quando ci si sveglia.
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E voi, avete mai visitato Città del Capo? Avete indirizzi da svelarci,
suggerimenti da dare o aneddoti da raccontare?
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